giovedì 9 novembre 2017

Guai in vista (seconda parte)

La guardia reale non dovette attendere molto per avere l’occasione di incontrare suo fratello. Bastarono pochi giorni per imbattersi in alcuni membri di Piccolo bosco delle Ninfe, impegnati nella ricerca di alcune informazioni. Golden hawk diede ordine alle sentinelle che lo accompagnavano di catturarli vivi. Al resto avrebbe pensato lui. Lo scontro durò solo qualche minuto e in breve tutti i bersagli si ritrovarono al cospetto del crudele Principe di Bosco oscuro. 
- Buon giorno, signori. Siete comodi? – Li schernì.
- Cosa volete da noi, assassini? – un giovane senza troppa voglia di vivere, come lo avrebbe più tardi definito Golden hawk, li fissava con aria di sfida.
- Non sei troppo intelligente, vero ragazzo? Non è prudente sfidare in questo modo chi ha in pugno la tua vita. – la guardia reale lo afferrò dai capelli sollevando la sua testa verso di sé. – ho bisogno di un volontario per recapitare un messaggio a qualcuno che si trova nel vostro bosco. Pensavo alla donna,  ma, visto che ti sei offerto spontaneamente,  tu sarai parte del messaggio.
Così dicendo, lo trafisse in petto con una lancia di ghiaccio, restando fermo ad osservare la lenta agonia della giovane sentinella mentre spirava davanti  ai suoi occhi.
- Ma guarda, un pettirosso. Buon per la messaggera. Sarà piuttosto facile da trasportare. - Mentre il corpo del ragazzo cambiava forma per assumere, in seguito alla morte, quella del suo animale guida, lo lasciò cadere ai piedi di una seconda sentinella che lo fissava ammutolita e in preda al panico,  tremante, con il viso plumbeo e gli occhi gonfi di lacrime. 
- Qual è il tuo nome?
Non rispose.
- Qual è il tuo nome? – ripetè nuovamente Golden hawk, più lentamente, scandendo bene le parole e le pause fra una e l’altra. 
- Lepre. – 
- Bene, Lepre. – sogghignò. – Ora prendi il corpo del tuo amico e portalo a Falco d’argento e la puttana che lo accompagna. Digli che ci sono altre sei sentinelle che faranno la stessa fine se i reietti non usciranno allo scoperto entro stasera. – Si interruppe, carezzò arrogantemente la guancia della ragazza, poi riprese. – Sono certo che voi di Piccolo bosco delle Ninfe non vogliate sacrificare sette dei vostri fratelli a causa di un manipolo di sporchi traditori. Nel frattempo io intratterrò i tuoi amici. Mi pare di scorgere degli scudi fra loro.  -
Lepre eseguì. Lanciò un ultimo sguardo pieno di apprensione agli amici ed aprì un varco che la portasse a Piccolo bosco delle Ninfe. Una volta giunta in loco, si affrettò a raggiungere una radura posta ai piedi di una parete rocciosa da cui sgorgava un'alta cascata. Sapeva che con ogni probabilità era lì che avrebbe trovato Falco d'argento e Gazzella, intenti ad allenarsi. Camminava a passo svelto, con il cuore che batteva forte in petto, mentre lacrime copiose le rigavano il viso terreo. Non poteva credere a ciò che era successo e si chiedeva se anche gli altri membri di Piccolo bosco delle Ninfe fatti prigionieri avrebbero seguito lo stesso,  orribile, destino. 
Raggiunse la radura dove, come previsto, trovò la coppia in compagnia delle rispettive squadre. Le sentinelle la videro avvicinarsi concitatamente e lessero nella sua espressione che non portava buone notizie. 
- Lepre. - Gazzella le fece segno di avvicinarsi - perché quelle lacrime. Cos'è accaduto? -
La ragazza mostrò loro il piccolo corpo senza vita, mentre, fra un singulto e l'altro, riuscì a pronunciare soltanto poche parole sconnesse:
- Robin... Bosco oscuro... ostaggi... -
Continuava a singhiozzare, ormai abbandonata ad una crisi di pianto che non le era più possibile trattenere. Puma la cinse a sé con un braccio, carezzandole la testa nel tentativo di calmarla, mentre Dragoon prese a analizzare l'esanime pettirosso. Lanciò un'occhiata scura al resto della squadra. Zephyr propose di accompagnare tutti insieme la ragazza in infermeria, così che Dog potesse darle qualcosa per calmarsi e medicarle le ferite. Così fecero, fermandosi ad avvisare il Consiglio degli anziani, che li seguì.
Quando finalmente Lepre riuscì a spiegare tutto l'accaduto, esponendo ai reietti di Bosco oscuro e alle altre sentinelle quali fossero le condizioni per la liberazione degli ostaggi, i membri di Piccolo bosco delle Ninfe rimasero come impietriti.
Falco d'argento, furioso, diede un forte pugno di taglio alla porta.
- Dannato Golden hawk. Questo è deplorevole perfino per lui. Uccidere qualcuno senza alcun motivo. A volte mi chiedo se non sia un cacciatore travestito da sentinella. - Era furioso. Non si capacitava di come il fratello potesse essere stato così crudele.
- Povero Robin! - Golden eagle guardava il corpicino con aria sconsolata, ma il sentimento che attanagliava lui, così come gli altri, era l'ira. - Non meritava una fine simile. Con la moglie incinta di cinque mesi, poi. Non mi aspettavo che Golden hawk potesse essere tanto vigliacco da usare altri per catturare noi. - 
- Non te lo aspettavi? - lo incalzò Falco d'argento. - Eppure sai bene quanto sia sleale mio fratello. Quello che non mi aspetterei mai da lui sarebbe un comportamento corretto. -
- Già. Il gioco sporco è tipico di quell'infame. - continuò Golden eagle.
Zephyr guardava Lepre, ancora in preda al pianto, terrorizzata. Sapeva che non si sarebbe ripresa facilmente. Era una ragazza mingherlina, ad una delle sue prime missioni. Le avevano affidato qualcosa di facile insieme ad altri giovani, per farla iniziare. Si sarebbe dovuto trattare di una missione senza rischi, invece Bosco oscuro aveva approfittato di quei ragazzi per metterli in trappola. Si ridestò dai suoi pensieri, si mise in piedi e si avvicinò al resto della squadra.
- Cosa facciamo, Falcorn? - 
- Che razza di domanda è, Zephyr? Abbiamo forse qualche alternativa? - guardava fisso il medaglione di Robin, una piccola piuma di pettirosso legata ad un laccetto, ormai divenuto totalmente nero per la morte del proprietario. Era poggiato su un mobiletto in attesa di essere posto accanto al corpo durante il Rito del passaggio, la cerimonia effettuata per aiutare il defunto a trapassare. Golden hawk gli aveva concesso almeno questo, ma se non si fossero palesati, probabilmente avrebbe ucciso e fatto sparire i corpi degli altri, condannando le loro anime a vagare in cerca del passaggio per il Regno degli Spiriti. Non era tipo da farsi tanti scrupoli.
Stava ancora riflettendo su questo, quando disse:
- Mi auguro che userà tanta gentilezza anche con noi. -
Gli altri lo guardarono. Capivano a cosa alludesse, poiché lo stesso pensiero era stato loro.
- Prepariamoci al combattimento. Moriremo, ma non gli renderemo facile l'impresa. Ciò che conta è liberare quei ragazzi, fatti prigionieri a causa nostra. -
Aveva lo sguardo fisso e vuoto. Era preoccupato e furioso allo stesso tempo. 
Gazzella gli si avvicinò senza indugio insieme alle altre ragazze. 
- Veniamo anche noi! - Asserì con autorità.
Falco d'argento si girò di scatto a guardarla. 
- Non se ne parla nemmeno! -
- Infatti non se ne parla. È già deciso.
Si guardavano fissi negli occhi, entrambi consapevoli che non sarebbe stato facile far cambiare idea all'altro. Thiïrim li osservava in silenzio, mentre Falco d'argento disse semplicemente:
- Gazzella, no!
Lei, tuttavia, non era disposta a cedere. Gli altri li guardavano in apprensione.
- Sono la tua donna, ricordi? Non ti abbandono al tuo destino. Inoltre ci sono dei membri del mio bosco in pericolo. -
- Certo che sei la mia donna e, se rammenti bene, il giorno che accettasti di diventarlo ti avvertii che per esserlo mi saresti dovuta essere fedele e soprattutto sottomessa. Non accetto insubordinazioni. Voi non venite! -
Gazzella non accusò il colpo. Si limitò a guardarlo e accennare un sorrisetto canzonatorio.
- Tanto per ridere, hai mai creduto davvero che sarei stata servizievole e sottomessa? - disse. 
- No. - Falco d'argento rispose senza esitazione. Le si avvicinò e le carezzò il viso. - Ma è una questione che dobbiamo affrontare soli. Voi dovete restare con i bambini. -
Captò lo sguardo sanguinario della compagna e si affrettò ad aggiungere: 
- Non intendo dire che il vostro posto sia a casa con i figli, ma se dovesse accadere qualcosa a noi, qualcuno dovrà pur esserci per loro. - la guardò dolcemente e la sua voce assunse un tono quasi supplichevole. - Restate qui, al sicuro. Golden hawk non è un avversario facile. -
Lei sospirò abbassando le spalle. Scostò lo sguardo incrociando quello del padre, che le rivolse un cenno di assenso. Abbassò gli occhi e sussurrò:
- A Piccolo bosco delle Ninfe nessuno viene lasciato solo. - poi guardò le compagne di squadra, con le quali bastò una singola occhiata per capirsi, e Dog, che non fu da meno. Il curatore si avvicinò alle donne. 
- Su, su, Falco d'argento ha ragione. Qualcuno dovrà pure occuparsi dei bambini e le questioni fra membri di Bosco oscuro debbono essere risolte fra loro. - Poi si spostò presso Falco d'argento e gli altri. - vi fornirò qualche rimedio che possa aiutarvi. -
Si mise ad armeggiare con i soliti contenitori e porse a ciascuna delle quattro sentinelle un sacchetto pieno. 
- Ecco: fiore rosso dei draghi,  polvere di radice di mandragola, foglie del grande albero sacro e bacche delle fate. Resusciterebbero anche i morti. - Consegnate le polveri aggiunse. - Ho terminato il fiore rosso. Dovrò andare a Bosco diamante per procurarmene un po', nel caso in cui servisse. Tornerò prima di sera, per il rito del passaggio. Mi raccomando ragazze, non fate nulla di avventato, mentre, per quanto riguarda voi... - Si voltò nuovamente verso i quattro membri di Bosco oscuro. - che i Grandi Spiriti vi accompagnino. -
Accennò un inchino di congedo e se ne andò.
Falco d'argento e gli altri si accostarono alle proprie compagne, le cinsero  e le baciarono dolcemente. Ognuno di loro, poi, si recò dal proprio figlio e fece lo stesso. Erano pronti per partire quando Zephyr si scostò nuovamente dal gruppo per tornare da Horse.
- Io non so cosa significhi amare,  - le disse - ma se c'entra con il non voler perdere qualcuno, allora amo profondamente sia te che nostro figlio e non vorrei mai separarmi da voi.
Abbracciò con possessività la donna, che lo fissava con le lacrime, senza avere la forza di dire nulla. 
- Ti amo! - ripetè. - Ti amo come non potrei mai amare nessun'altra. -
La lasciò, si voltò e raggiunse gli altri, che lo attendevano tristemente.








Per le parti precedenti:


2 commenti:

  1. Wowww! Complimenti Poiana, resto in attesa.
    Buon pomeriggio novembrino.
    sinforosa

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    1. Ciao Sinforosa, ti ringrazio :) spero di pubblicare presto il seguito.
      Un abbraccio :*

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