martedì 17 maggio 2016

Spiriti della Natura - Prologo

Esistono numerosi pianeti in questo universo, cosa nota ai molti; non è altrettanto risaputo, tuttavia, che all’interno dei singoli mondi ne esistono molti altri situati su piani paralleli gli uni agli altri, ma collegati fra loro da porte che solo alcuni esseri sono in grado di attraversare. I diversi piani possono così essere parte di un unico regno ed abitati da individui della stessa specie, anche se molto diversi fra loro. Questo è il caso di quello che viene chiamato “Regno dei cento boschi”.

Mentre la storia dell’uomo aveva inizio, nei cento piani che si collocano sulla Terra vivevano in pace creature di ogni tipo; i Grandi Spiriti degli elementi dominavano incontrastati su questi luoghi, vagando da una dimensione all’altra, controllando che tutto fosse in equilibrio. Accadde però, che gli Spiriti superiori entrassero in conflitto fra loro per imporre la supremazia di uno sugli altri. Negli scontri, un grifone ed una viverna, tentando di portare la pace fra i contendenti, persero la vita sotto i colpi dettati dalla rabbia e dalla presunzione. Il rancore per le loro morti ingiuste, mescolato al desiderio di vendetta e di rivalsa, si unirono ai sentimenti negativi dei Grandi spiriti, impossessandosi dei corpi esanimi dei due animali. Da questa oscura unione, sorsero due esseri crudeli e assetati di sangue, che traevano piacere e giovamento dalla sofferenza e dalla distruzione e che possedevano in sé il potere unito dei quattro Spiriti degli elementi. Avevano sembianze umanoidi, ma delle ali maestose spuntavano dal loro dorso, simili a quelle dell’aquila su uno e ricoperte di robuste scaglie sull’altro; entrambe le creature presentavano artigli acuminati sia alle mani che ai piedi e denti aguzzi, come il più spietato dei predatori. Una gemma oscura era incastonata sulla loro fronte, in mezzo agli occhi.
Lentamente, tutti i piani dimensionali caddero nel caos provocato da questi due esseri, soprannominati dalle altre creature “Distruttori”. Chiunque si trovò sulla loro strada o tentò di affrontarli perì per loro mano. Essi si nutrivano delle paure, del dolore, del sangue e delle carni delle loro vittime.
Gli spiriti superiori, pur ravvedutesi dai loro oscuri comportamenti e nuovamente uniti, non riuscirono a fermare quelle stragi, cosicché parse che tutti i cento mondi dovessero cadere sotto la pazzia di tali esseri malvagi. Accadde però, un giorno, che una giovane fenice di nome Sefilenos, nel proteggere le sue uova, decise di affrontare con coraggio i due Distruttori. Come le altre creature ella cadde e assistette inerme alla distruzione del suo nido, prima di avvolgere il suo corpo nelle fiamme della morte.


Prerogativa delle fenici, si sa, è quella di risorgere dalle proprie ceneri, e così fu anche per lei. Tornata in forze, Sefilenos si recò dai Grandi spiriti degli elementi chiedendo loro udienza. Essi accettarono di incontrarla e di ascoltare le sue parole:
Desidero farvi una proposta! – disse.
Gli spiriti la invitarono a parlare, prestando estrema attenzione a ciò che aveva da dire.
Ho portato fino a voi un uovo, l’unico della mia covata sopravvissuto al passaggio dei due Distruttori. – si fermò un attimo ed emise un breve sospiro, poi riprese con decisione - Seppure il pulcino al suo interno è ancora vivo, il danno subito non gli concederà di vedere la schiusa. Vi chiedo di unire ad esso la vostra energia vitale ed i vostri poteri; io farò lo stesso, perché ne possa nascere una nuova creatura, con l’immortalità di una fenice e la forza di voi, Grandi spiriti; ciò potrebbe renderlo abbastanza forte da affrontare e sconfiggere i due guerrieri oscuri, per riportare la pace nei nostri mondi. Io resterei al suo fianco per crescerlo, istruirlo ed aiutarlo. –
Ci fu un momento di silenzio. Gli esseri superiori, scrutarono a lungo il fiammeggiante uccello, poi si riunirono fra loro per valutare l’insolita proposta e, tornando al cospetto di Sefilenos, lo Spirito del Fuoco esclamò:
Così sia fatto, accettiamo la tua richiesta! Temiamo, però, che il guerriero che nascerà possa non essere in grado, da solo, di affrontare i due Distruttori; se esso perisse, non avremmo più alcuna possibilità di vittoria. Lui sarà la prima e la più potente fra queste nuove creature e, se trionferà, regnerà sui cento piani dimensionali che formano il nostro mondo. Uniremo a lui altri quattro combattenti, che incarnino i singoli poteri di ognuno di noi e possano aiutarlo e proteggerlo. –
Detto questo, lo Spirito del Fuoco, quello dell’Acqua, dell’Aria e della Terra, irradiarono con i loro poteri il piccolo uovo macchiettato di rosso. Dal guscio che si aprì, fuoriuscì un piccolo e strano essere dall’aspetto umanoide, con occhi e capelli rosso fuoco, carnagione olivastra e due piccole ali dalle piume rosse, screziate di giallo. Il piccolo aveva una pietra rossa incastonata nella fronte, nella quale, a momenti, risplendevano riflessi blu, verdi o bianchi. I piedi possedevano dei forti e robusti artigli, ma lo sguardo gentile faceva intuire che non avrebbe mai utilizzato tali armi, a meno di non essere costretto.
Sefilenos prese con sé il bambino e si prodigò a crescerlo, lontano da occhi indiscreti e al sicuro dai due Distruttori, mentre i grandi spiriti degli elementi ricercavano dei guerrieri da affiancargli.
Lo spirito dell’acqua trovò un falco pellegrino in fin di vita, così, ancora una volta, irradiò il rapace con la sua energia. Man mano che recuperava le forze, il volatile cambiava aspetto, divenendo simile a quello del figlio della fenice, con grandi ali falciformi color argento, forti artigli neri ai piedi, occhi sfilati del colore del mare in tempesta, capelli argentei ed una lucente pietra blu incastonata al centro della fronte. Una volta guarito, il nuovo essere s’inchinò al cospetto dello Spirito dell’acqua:
Grande Spirito, mi hai salvato la vita e reso potente; ti sono debitore! Fino a quando la morte non mi strapperà a questo mondo, sarò al tuo servizio. –
L’Acqua sorrise:
Così sia! Esaudirai il mio desiderio di proteggere il giovane combattente nato dall’uovo di una fenice e dal potere unito di noi Spiriti Superiori e, quando sarà pronto, combatterai al suo fianco per sconfiggere le due creature chiamate Distruttori. Da ora in poi prenderai il nome di Falco di ghiaccio, a ricordo della tua natura di rapace e del potere che ti ho donato. –
Detto ciò, lo Spirito si allontanò ed il pellegrino si avviò al nuovo nido di Sefilenos per assolvere al suo compito. Ben presto, a lui si unirono altri tre guerrieri: Drago di pietra, Aquila di fuoco ed Ippogrifo d’aria. Il primo, dalle grandi e forti ali squamate e la pelle dura come la roccia, aveva occhi e capelli di colore verde scuro; artigli acuminati spuntavano dalle mani e dai piedi, mentre una pietra verde splendeva in mezzo alla sua fronte. Il secondo, aveva sembianze simili a quelle del piccolo Fenice, se non per le ali dorate e la pietra di colore rosso vivo; il terzo aveva gli occhi grigi, i capelli e la pietra sulla fronte di colore bianco e delle enormi ali chiare che spiccavano sul suo dorso. Ognuno di loro era in grado di produrre e controllare l’elemento da cui deriva il proprio nome; erano altresì forniti di un potere “spirituale”, che gli permetteva di prestare cure agli altri e a sé stessi. Gli Spiriti superiori denominarono quelle creature “Sentinelle”, poiché il loro compito era quello di vegliare sugli altri e sull’equilibrio degli elementi e della natura, dalla quale traevano forza.

Passarono gli anni ed il giovane chiamato Fenice crebbe, dimostrando un potere ed un altruismo fuori dal comune; egli era padrone dei quattro elementi, della vita e della morte. Un suo cenno sarebbe bastato ad uccidere, ma i suoi poteri erano sempre indirizzati al bene e a curare le ferite e le malattie. Era anche in grado di utilizzare i poteri della mente per spostare oggetti o carpire i pensieri di chi gli era di fronte. Più cresceva e più il suo potere s’intensificava, come il suo desiderio di aiutare gli altri.



Siccome il suo potere spirituale era molto più sviluppato rispetto alle altre sentinelle, gli Spiriti lo definirono “Curatore”, ovvero una sentinella il cui potere di guarigione era indirizzato agli altri. I quattro Guardiani non lo lasciavano mai solo.
Tutto sembrava procedere bene, ma infine venne il giorno in cui i due Distruttori, Grifone e Viverna, trovarono il luogo in cui Fenice ed i quattro guardiani si nascondevano. Intenzionati ad uccidere, attaccarono il nido con ferocia e senza alcuna remora, dando vita ad uno scontro di immensa violenza che sembrò non terminare mai. Non senza fatica, le cinque sentinelle riuscirono a trionfare, confinando i due distruttori in esilio in una dimensione remota, selvaggia e desolata, vittime di un sonno eterno.
La pace tornò a regnare ed i cento piani dimensionali assunsero nuovamente l’aspetto verde e rigoglioso che li caratterizzava. Vennero uniti insieme sotto il dominio di Fenice, prendendo il nome, nel loro insieme, di "Regno dei cento boschi", perché ognuno di questi mondi aveva aspetto di selva. I primi quattro erano abitati da creature fantastiche: ninfe, elfi, fate, nani ed unicorni ne erano padroni. Bosco oscuro, la centesima dimensione, era il luogo da cui originava Fenice, e ben presto si riempì di sentinelle, maschi e femmine, i quali diedero luogo ad una lunga e gloriosa stirpe.
Il periodo di quiete durò per molti secoli, fino a quando cominciarono a verificarsi lotte fra le sentinelle. Alcune di queste andarono a colonizzare gli altri boschi, dando luogo ad usanze, lingue ed abitudini differenti. Il Regno si divise.
Fenice, si spostò sul cinquantesimo piano dimensionale, Bosco diamante, che divenne il centro del Regno e dal quale riuscì a riportare la serenità nei diversi mondi. Egli regnò con giustizia per anni ed anni, ben lieto di vedere la sua gente felice.
Seppure queste creature fossero caratterizzate da un’incredibile longevità, tanto che si credette fossero immortali, giunse il momento in cui il curatore decise che era arrivato il tempo di riposare. Scelse dunque fra le sentinelle quella più adatta a divenire re e si lasciò consumare dalle fiamme della morte fino a divenire cenere. Questa venne raccolta dai quattro guardiani e posta al sicuro, prima che anch’essi si lasciassero andare all’oblio.
Nei secoli successivi il regno si spaccò nuovamente poiché l’arroganza delle sentinelle di Bosco oscuro, le più potenti, crebbe sempre di più, fino a causare l’inizio di una guerra. La fine degli scontri vide la distruzione del centesimo piano dimensionale e la morte di quasi tutti i suoi abitanti. I superstiti trovarono rifugio in quello che viene chiamato “Regno di nessuno”, dove, essendo ormai rimasti in pochi, continuarono a vivere nascosti ed isolati dalle altre sentinelle, desiderando ardentemente di avere vendetta.





Per le altre parti:


Una storia nata da un sogno (Presentazione) - Prologo - Un falco dalle piume argentee (Prima parte) -  Un falco dalle piume argentee (seconda parte) - La sentinella (prima parte) La sentinella (seconda parte) - Come tutto ebbe inizio (prima parte) Come tutto ebbe inizio (seconda parte) - Come tutto ebbe inizio (terza parte) - Come tutto ebbe inizio (quarta parte) - Come tutto ebbe inizio (quinta parte) - Come tutto ebbe inizio (sesta parte) - Come una lepre a marzo - Non è facile fare il papà (prima parte) - Non è facile fare il papà (seconda parte) - Non è facile fare il papà  (terza parte) - Guai in vista (prima parte) - Guai in vista (seconda parte) - Guai in vista  (terza parte) - Guai in vista (quarta parte) - Ritorno a Bosco oscuro  (prima parte) Ritorno a Bosco oscuro  (seconda parte) - 

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