giovedì 19 maggio 2016

Come una lepre a marzo (seconda parte)








Gazzella accettò l'invito a ballare. Come già detto, Licaone non le dispiaceva affatto, poiché era forte e di bell'aspetto. Si erano allenati insieme in qualche occasione e lui era riuscito a metterla fortemente in difficoltà.
Notando il feeling fra i due, Tasso gioì, poiché aveva finalmente trovato qualcuno che piacesse alla sorella. Le aveva presentato Licaone diverso tempo prima e credeva non fosse riuscito ad affascinarla; si sbagliava! Si rallegrò di ciò con il cugino ed un gruppetto di amici, osservando da bordopista, vicino al punto in cui Falco d'argento se ne stava tranquillo a sorseggiare il suo sidro. Stava ben attento a notare ogni atteggiamento di consenso o diniego di Gazzella, sebbene lei sembrasse molto più predisposta al primo. Anche Dragoon, Zephyr e Golden eagle osservavano la scena con apprensione, volgendosi spesso verso l'amico in disparte, nella speranza che si decidesse a reagire in qualche modo. Lui, dal canto suo, ascoltava i rallegramenti di Tasso, ma sembrava disinteressarsi totalmente alla situazione.
Tutti si misero in allerta, poiché sembrò che i due ragazzi fossero prossimi a scambiarsi un bacio. Mancava pochissimo ormai, le labbra erano vicine, sempre di più, fino a sfiorarsi. Sembrava fatta, ma, un istante prima che le due bocche si toccassero, Falco d'argento apparve impetuosamente accanto ai due, con la testa alta e il petto rigonfio, le spalle larghe,  le braccia rigide e i pugni chiusi, lo sguardo furente e le due grandi ali spalancate sulla schiena. Agitava le ali con violenza, mostrando i muscoli e stridendo e soffiando come una bestia inferocita. Licaone fece un salto indietro e la sentinella di Bosco oscuro si piazzò fra lui e la sconvolta Gazzella, sempre più aggressivo e minaccioso. Licaone tentò di rispondere, ponendosi in posizione di attacco, ma subì senza alcuna possibilità di scampo la potente aurea dell'avversario, che possedeva anche una notevole forza chimica.
Può apparire bizzarro, ma in delle creature tanto simili agli animali, gli ormoni vengono percepiti nettamente e sono fondamentali segnali di comunicazione sia in amore che in battaglia.
Sconfitto e sottomesso ancora prima dello scontro, Licaone si allontanò con la coda fra le gambe, lasciando spazio a Falco d'argento. Questo si voltò verso Gazzella che, riavutasi dallo shock, gli assestò un forte schiaffo e si allontanò furiosa.
Tasso, ancora più rabbioso della sorella ed intenzionato ad attaccare il Principe di Bosco oscuro, fu trattenuto dal padre. Gridò contro Falco d'argento con tutto il fiato che aveva in corpo, diventando paonazzo in viso. 
Che accidenti ti è saltato in mente? Perché ti sei intromesso, dannazione?! -
Fu Thiriïm a rispondere al figlio, tentando di farlo tornare in sé.
Non è evidente Tasso? La gelosia ha prevalso su di lui, portandolo a separare Licaone e Gazzella. Vista la reazione avuta dal nostro amico, credo che sia un bene che lo abbia fatto, in fondo. -
- Gelosia? Deve stare lontano da Gazzella! La gelosia non è un sentimento che quel verme può permettersi! - Si rivolse di nuovo a Falco d'argento, con gli occhi iniettati di sangue e i denti stretti - stai lontano da lei o ti faccio a pezzi con le mie mani! -
Thiriïm intervenne di  nuovo, colpendo il figlio sulla nuca e rivolgendosi a lui con tono duro.
Basta così Tasso! Tua sorella è abbastanza grande da prendere da sola le sue decisioni. Se il Principe di Bosco oscuro sarà in grado di conquistarla, non starà a te impedirgli di farlo. -
Zephyr colse la palla al balzo e si rivolse all'amico per incoraggiarlo ancora una volta, stavolta con un'espressione quasi supplicante.
Certo, non sapremo mai se sei in grado, se non ci provi nemmeno. -
È solo un'informazione, - Intervennero Golden eagle e Dragoon - non vogliamo dirti  di fare assolutamente niente con questo, però, se ti dovesse interessare, si è diretta verso il lago delle fate. -
Non volete dirmi di fare niente? Che strano, eppure ho avuto la sensazione opposta! - Ribatté ironicamente Falco d'argento. Si voltò nella direzione presa da Gazzella, fece un respiro profondo per darsi coraggio, e si incamminò.
Attraversò il bosco, seguendo il sentiero; a destra e a sinistra aveva alberi e cespugli che si preparavano alla fioritura primaverile. Si fermò sentendo un fruscio: voltandosi a guardare, incrociò lo sguardo vivace di una volpe intenta ad andare a caccia. L'area era illuminata appena; la luce della Luna  piena filtrava solo in alcuni punti attraverso le fitte chiome arboree; l'unica altra fonte luminosa era l'aurea celestina della sentinella, che in quello stato di tensione appariva piuttosto fioca.
Continuò a camminare e giunse in una grande area aperta e pianeggiante, resa irregolare solo dai cespugli e da qualche arbusto solitario. Qui, l'astro celeste illuminava chiaramente il terreno ed i suoi abitanti. Si sentivano forti schiocchi echeggiare nell'area; due lepri maschio in amore stavano lottando fra loro, per conquistare l'attenzione di una femmina. Scambiandosi colpi di zampe, saltando da una parte all'altra e con morsi violenti, i poveretti si contendevano la possibile partner, che dal canto suo se ne restava altezzosa ad attendere la fine dello scontro ed il vincitore. Falco d'argento vide un grosso gufo osservare la scena dall'alto di un albero al limite della radura e, immaginando come sarebbe andata a finire la nottata per almeno uno dei contendenti,  riprese a camminare, dicendosi che, in fondo, le donne non portano mai nulla di buono e che è meglio evitarle per non mettersi nei guai. Rise di sé stesso, rimproverandosi per ciò che si stava recando a fare. - Farai la fine di quella lepre, caro mio! Abbasserai la guardia e...zack! Fra gli artigli del predatore! - No, non sarebbe finito in quel modo o, se anche lo avesse fatto, ne sarebbe valsa la pena.
Finalmente giunse ad un grande specchio d'acqua circondato dal bosco: il Lago delle Fate, dove sperava di incontrare Gazzella. La trovò seduta sulla riva, in mezzo ad un prato fiorito e profumato. Sulla superficie del lago fluttuavano meravigliose ninfee, con i loro fiori colorati, e migliaia di uccelli acquatici dormivano cullati dalla dolce corrente. Fenicotteri rosa, germani reali, cigni, alzavole e tantissimi altri popolavano il bacino d'acqua, sopra al quale volavano centinaia di piccole lucciole.
Gazzella li osservava tristemente; aveva l'aria delusa e arrabbiata; per la prima volta in vita sua si era lasciata coinvolgere da un uomo, tanto da accettare il suo corteggiamento, e quello sciocco aveva rovinato tutto. 
Falco d'argento si fermò ad osservarla da lontano, senza avere il coraggio di proseguire. Non poté fare a meno di pensare che forse aveva sbagliato, avrebbe dovuto lasciarla andare. Pensò di nuovo alla moglie e al figlio,  chiedendosi se fosse giusto ciò che voleva fare. Mentre si affliggeva con i sensi di colpa, senza sapere come agire, un gabbiano si sollevò dal lago, volò intorno a Gazzella un paio di volte, poi si diresse verso Falco d'argento e si posò ai suoi piedi, osservandolo. L'animale lo fissava intensamente, come se volesse dirgli qualcosa; si sollevò nuovamente e girò intorno a lui, continuò il volo volteggiando su di lei, e ritornò poi a guardarlo. 
Ho capito. Grazie! - Disse dolcemente il Principe di Bosco oscuro, carezzandolo sulla testa.
Prese coraggio ed andò a sedersi accanto a Gazzella, ma fu scacciato in malo modo dalla ragazza, ferita e confusa dal gesto fatto contro Licaone. Falco d'argento si allontanò nuovamente ed attese un po' prima di tentare di parlarle, pensando a lungo a cosa dirle. Aveva il respiro affannato e le mani sudate. Si sentiva accaldato e nervoso e non sapeva come comportarsi. Posò le mani sul viso e poi, lentamente, le fece scorrere in alto fino ad attraversare i capelli argentei. Di scatto, come se avesse avuto un'intuizione, incrociò le mani dorso contro palmo, le portò alla bocca e vi soffiò dentro; accompagnò il soffio scostando lentamente in avanti le mani e le braccia, con un movimento dolce e fluido. L'aria che aveva espirato si condensò formando centinaia di goccioline che proseguirono fluttuando nella direzione indicata dagli arti. Quando giunsero vicino a Gazzella, il Principe di Bosco oscuro tracciò con le dita delle figure nell'aria; ogni gocciolina ghiacciò assumendo la forma di una rosa e, come neve,  ricadde delicatamente sulla ragazza. Lei si guardò intorno, osservando quegli strani fiocchi. Il Principe di Bosco oscuro schioccò le dita e le roselline si mutarono in candide farfalle, che volarono delicate intorno a Gazzella;  una si andò a posare sui capelli della ragazza, facendola sorridere. Lei accostò i palmi delle mani, formando una piccola coppa, ed un'altra farfalla vi si posò dentro. Falco d'argento la osservava incantato, anche lui sorridente poiché era riuscito a farla rasserenare. Le si avvicinò lentamente e lei lo guardò, senza scostare le mani dove si era posata la piccola creatura di neve.
Sei proprio un bel tipo, lo sai? Prima scacci Licaone in quel modo, rovinandomi la festa, e poi ti giostri con i giochi d'acqua! - aveva l'espressione imbronciata, ma non sembrava più arrabbiata. Lui le si sedette accanto ed una farfalla gli si posò sul naso; lei rise. Lui scostò con la mano la creaturina e le rispose. 
Stavi per baciarlo ed io non potevo permetterlo. -
- Perché no? - lo interrogò Gazzella con aria curiosa.
Lui divenne improvvisamente paonazzo, senza sapere cosa dire. Le pose delicatamente la mano sotto il mento per sollevare leggermente il viso verso di sé e si accostò a lei.
Per questo... - La baciò con dolcezza sulla bocca, prendendola alla sprovvista. Lei rimase senza parole, piacevolmente imbarazzata. Non si sarebbe mai aspettata una cosa simile da lui. Falco d'argento le si avvicinò ancora e lei si allontanò d'istinto.
Che vuoi fare? - Gli chiese allarmata.
Nulla di spiacevole. Solo abbracciarti... - Rispose sotto voce, ponendole un braccio intorno alle spalle per cingerla a lui. Lei era tesa e nervosa; non sapeva cosa aspettarsi. Il Principe di Bosco oscuro le accarezzò il viso, sussurrandole di non avere paura, poiché non aveva cattive intenzioni; lei si tranquillizzò e posò la sua testa sulla spalla di lui. Per la prima volta in vita sua, si sentiva davvero al sicuro. Si rilassò ancora e si accostò di più al corpo di Falco d'argento. Rimasero così a lungo, osservando il lago e le costellazioni nel cielo, abbracciati tutta la notte.
La mattina successiva, si diressero insieme nella radura grande per fare colazione; non ebbero nemmeno il tempo di arrivare, che Tasso si scagliò come una furia addosso a Falco d'argento. Lui si scanso all'ultimo secondo, afferrando Tasso dal braccio e ponendogli in leva la spalla, mentre con un calcio ben assestato sulle gambe e l'altra mano sul dorso,  lo bloccava a terra.
Mi deludi, Tasso! Una Guardia Reale dovrebbe sapere che non si attacca mai in preda alla rabbia. Ti annebbia vista e riflessi e questi sono i risultati. -
Gazzella gli intimò di lasciare andare il fratello, ma lui lo fermò con decisione ancora maggiore.
Scusa piccola, ma ho la sensazione che, se non stabiliamo subito chi dei due è il più forte, non ci sarà pace. Appena Tasso si sottometterà, io lo lascerò andare! -
Puoi scordartela la mia sottomissione, brutto pervertito! - Gli ringhiò contro il ragazzo.
Come preferisci; la spalla è la tua... - aumentò la tensione a cui sottoponeva l'articolazione, mentre l'avversario stringeva i denti per sopportare il dolore. - Inoltre, non capisco perché tu mi dia del pervertito. Non ho fatto assolutamente niente di male. - continuò lui. 
Ne sono certo, come no! - rispose sardonicamente la guardia reale. 
Falco d'argento schiacciò a terra Tasso che tentava di divincolarsi, forzando sempre di più la sua spalla che sembrava dovesse cedere da un momento all'altro. Tasso chiuse gli occhi ed emise un gemito di dolore, ma non si arrese. 
Non oserai arrivare fino in fondo? - Gridò Germano appena giunto sul posto, vedendo il cugino a terra ed il Principe di Bosco oscuro che infieriva impietosamente.
Spero non sia quello che crede tuo cugino, Germano. Non ci metto niente a disarticolargli la spalla, né farlo mi crea  alcun disagio! - Si rivolse di nuovo al ragazzo immobilizzato a Terra - per il tuo bene, Tasso, rilassa i muscoli e sottomettiti. Non te lo ripeterò un'altra volta! -
I presenti si erano radunati intorno a loro, alcuni intimando a Falco d'argento di mollare la presa, altri gridando a Tasso di arrendersi.
Improvvisamente tutti ammutolirono: Thiriïm si era avvicinato. Con freddezza ed autorità si rivolse al figlio, bloccato a terra dal Principe di Bosco oscuro, ma deciso a non gettare la spugna.
Arrenditi Tasso! -
Il ragazzo spalancò gli occhi, riconoscendo la voce dell'Anziano.
Ma padre... -
- Ti avevo detto di non immischiarti! - Lo interruppe - Ora pagherai le conseguenze del tuo gesto. Sottomettiti a lui! -
Senza ulteriori obiezioni, Tasso rilassò i muscoli del corpo, smettendo di lottare. Successivamente distese il collo, mostrando la gola all'avversario. Falco d'argento, soddisfatto della resa, lo lasciò andare e gli porse la mano per aiutarlo a sollevarsi. Tasso non la afferrò, ma si rimise in piedi con le sue sole forze.
Hai commesso un errore molto grave attaccandomi in quel modo, Tasso. Hai agito d'istinto e ti sei messo in trappola da solo. - Falco d'argento tirò indietro con la mano destra i capelli spettinati, scrutando con disappunto il ragazzo. - Non è facile prendermi alla sprovvista! Non abbasso mai la guardia, nemmeno quando dormo. -
Tasso lo guardò con rabbia, senza dire nulla. Si voltò e fece per andarsene, ma Falco d'argento lo afferrò per la spalla.
Non devi temere per lei. Ti giuro sul mio onore che ne avrò cura come e più di te! -
Tasso si voltò di nuovo, fissò ancora i suoi occhi in quelli dell'interlocutore e gli parlò lentamente, con tono minaccioso. - Infrangi questo giuramento, Principe di Bosco oscuro, e te la farò pagare!  Non importa quanto ci vorrà, né se mi costerà la vita, ma non mi darò pace fino a quando non ci sarò riuscito! -
Falco d'argento non rispose, si limitò ad annuire e lasciarlo andare. 
Gazzella, inseguì il fratello per parlargli e calmarlo, dispiaciuta della sua sconfitta ma sollevata per la resa.
Falco d'argento si rivolse a Thiriïm, inchinandosi in segno di rispetto. 
- Mi dispiace molto che sia andata così, Signore. Non avrei mai voluto scontrarmi con suo figlio, tanto più che tentava solamente di proteggere la sorella. -
Sei un uomo corretto, Falco d'argento, Principe di Bosco oscuro. Altri avrebbero infierito su di lui.  -
Sarebbe stato da vigliacchi! Tasso era immobilizzato e si è arreso. Non c'era motivo di andare oltre. Tuttavia, se non si fosse sottomesso lo avrei fatto. -
- Mi auguro che userai la stessa correttezza con mia figlia. Non so perché abbia ceduto al tuo corteggiamento, ma spero che non sia stato un errore. -
Non lo è stato! - disse semplicemente Falco d'argento.
Può darsi, tuttavia vorrei conoscere le tue intenzioni in merito. Gli uomini di Bosco oscuro pretendono dalle loro donne una sottomissione che Gazzella non è in grado di dare. -
Lo so bene, Signore! Gazzella ha un carattere molto forte. È per questo che io... ecco, vede... Gazzella... io la... insomma... - Alzò lo sguardo verso Thiriïm; i suoi occhi brillavano pensando alla ragazza, ma il viso era paonazzo e lui evidentemente in difficoltà nel continuare la frase. L'Anziano gli fece cenno di tacere, con l'espressione serena e gli occhi di chi non necessita di sapere altro, poiché conosce già tutte le risposte. 
Non hai bisogno di continuare, Principe di Bosco oscuro. Ho capito perfettamente! - Si voltò, si incamminò verso la moglie che lo attendeva per la colazione, ma si fermò di scatto. Sorrise maliziosamente e, girando la testa per guardare con la coda dell'occhio Falco d'argento, gli rivolse ancora la parola. 
Quel sentimento che provi... si chiama "amore"! -
Falco d'argento avvampò nuovamente. Il viso, già paonazzo, divenne ancora più rosso, quasi fumante, dalla punta del naso fino a quella delle orecchie. 







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