sabato 21 maggio 2016

Non è facile fare il papà (seconda parte).






Il giorno in cui Gazzella partorì, Dog dovette costringere una gran folla ad attendere fuori. In moltissimi attendevano con ansia il momento in cui il nascituro sarebbe stato presentato al bosco, sia per affetto nei confronti di Gazzella, sia per la curiosità di vedere il primo ibrido fra Piccolo bosco delle ninfe e Bosco oscuro.
Era un freddo giorno di gennaio e, nonostante la neve imbiancasse ancora tutto il circondario, questo non bastò a scoraggiare nemmeno gli elementali del fuoco, che resistevano strenuamente sebbene intirizziti e tremanti. Dog permise di entrare in infermeria solo a Falco d'argento, Thiirim, Tasso e Germano. Puma, Horse, Colomba, Golden eagle, Dragoon e Zephyr furono costretti ad attendere fuori, anche se in primissima fila; la madre di Gazzella, in quanto curatrice, era invece stata chiamata in supporto dallo stesso Dog. 
Germano se ne restava immobile, seduto su una sedia con lo sguardo fisso e perso nel vuoto, mentre Tasso , tornato in licenza per l'occasione, continuava ad andare nervosamente avanti e indietro lungo la stanza, attendendo che tutto finisse; il padre, dal canto suo, sembrava più tranquillo, sebbene si notasse una certa impazienza nel suo sguardo. L'unico che appariva calmo, come se la cosa non lo riguardasse minimamente, era Falco d'argento. Se ne stava da diverse ore appoggiato alla parete, osservando gli altri; ad un tratto, però, si rivolse a Tasso.
- La smetti con questo balletto? Mi innervosisci! -
- Ma se sembri essere qui per caso?! Non sei nemmeno voluto andare ad assistere Gazzella! Eppure il figlio che deve partorire è anche tuo. -
- Non avrei nessuna utilità stando lì, intralcerei solamente i movimenti di Dog e White gazelle. - Tagliò corto il Principe di Bosco oscuro.
Tasso stava per ribattere, quando sentì un grido e successivamente un pianto di neonato. Germano balzò in piedi ribaltando la sedia e tutti accorsero nella stanza. White gazelle, sorridente, era al capezzale della figlia, carezzandole con dolcezza i capelli e il viso, mentre Dog si accingeva a porgerle un fagottino di lana dal quale spuntava una  minuscola manina. 
- Ciao pulcino, benvenuto al mondo! - disse teneramente Gazzella stringendo fra le braccia il neonato.
Falco d'argento guardò Dog, il quale gli accordò il permesso di avvicinarsi.
- E' un bel maschietto. Purtroppo per lui ti somiglia parecchio! - osservò il curatore.
 Il Principe di Bosco oscuro andò a sedersi accanto a Gazzella e porse la mano al nascituro. Un'espressione languida si impossessò del suo viso mentre il figlio gli cingeva un dito, tanto che quasi non riuscì a staccarsene quando White gazelle lo prese per lavarlo e vestirlo.
- Te lo riporto subito, papà, non temere. - gli disse scherzosamente la suocera - hai anche la madre a cui pensare! -
Falco d'argento annuì distrattamente, continuando però a seguire con lo sguardo il figlio appena nato che gli veniva portato via, seppure momentaneamente. Si accostò nuovamente a Gazzella, le prese la mano nella sua e le diede un bacio delicato sulla bocca. Tasso e Thiirim nel frattempo cercavano di rianimare Germano, svenuto per l'emozione.
- Combatte contro i cacciatori e sviene per un parto! - Lo prese in giro Dog, porgendo dei sali ai due uomini. Tutti risero ma White gazelle, rientrando nella stanza con il nipote fra le braccia, punzecchiò il curatore.
- Noi siamo curatori, Dog, siamo abituati a queste cose, ma sono curiosa di sapere se sarai ancora così distaccato quando avrai un figlio tuo. -
Soddisfatta dell'improvviso ammutolimento dell'amico, si avvicinò nuovamente a Falco d'argento.
- Ecco qui, ti restituisco tuo figlio, tutto pulito e profumato. - E così dicendo gli porse il neonato. Lui indietreggiò, guardandola con espressione interrogativa.
- Cosa dovrei fare, esattamente? -
- Come "cosa"? Prendilo no? - Rispose la curatrice, ancora più perplessa.
- Prenderlo? Io? - Continuò lui.
- E chi se no? - 
Falco d'argento deglutì e fece un passo avanti, osservando il bambino come se dovesse esplodere da un momento all'altro; allungò le mani ma se ne pentì immediatamente, tornando ad allontanarsi.
- Non mi dire! - intervenne ridendo Tasso - Non hai mai tenuto in braccio un neonato, vero? -
Falco d'argento assentì imbarazzato.
- Ma scusa, non hai detto che hai già un figlio? - chiese Germano, ripresosi dallo svenimento. 
- Sì, ma a Bosco oscuro sono le donne che si occupano dei bambini, per cui... - sentendosi addosso lo sguardo inquisitore di tutti i presenti, Falco d'argento si zittì.
White gazelle sospirò e scosse lentamente la testa. - Bene, non è un problema. C'è sempre una prima volta, no? - diede il nascituro a Dog e poi tornò dal principe di Bosco oscuro. - Metti le braccia così... ecco, bravo. Ora sta fermo! - Riprese il bambino e lo pose in braccio ad un terrorizzato Falco d'argento.
- Ma, ma, - deglutì nuovamente lui - se mi dovesse cadere? O se gli facessi del male tenendolo in modo sbagliato? -
- Non ti cadrà e non gli farai male, sta tranquillo e segui le mie istruzioni. - Continuò la curatrice, portando il genero verso una sedia - siediti e non ti irrigidire o lo farai innervosire! -
Dog, intanto, fece entrare anche le altre tre sentinelle di Bosco oscuro con relative compagne che, giungendo sul posto, si ritrovarono davanti Falco d'argento seduto, rigido come un pezzo di marmo e bianco come il latte, mentre teneva in braccio il figlio senza sapere cosa fare. I tre amici sbiancarono.
- Falcorn, - tentennò Zephyr - sei sicuro di ciò che stai facendo? -
- Assolutamente no! Ma White gazelle ritiene che debba imparare. -
- Certo che devi imparare, caro mio! E' questo non è che l'inizio! - Gazzella, era di nuovo attiva, quasi come se il bambino fosse stato partorito da un'altra. Si avvicinò a Falco d'argento e prese delicatamente il bambino per allattarlo. - Credo che tu sia l'unico essere vivente che abbia mai fatto paura al tuo papà!
Tutti risero, compreso Falco d'argento, sollevato dal fatto di non avere più il neonato in braccio. A quanto pare lo aspettava una nuova missione, a suo vedere molto più ardua di tutte quelle che aveva affrontato fino a quel momento: imparare a crescere suo figlio, Falco pellegrino.
Nell'arco di qualche mese, il nuovo nato fu raggiunto da altri due bambini ed una bambina: Dragone, Zefiro e Aquila reale. I rispettivi padri, sebbene con qualche timore, cominciarono lentamente a comprendere come gestirli, così da aiutare quanto più possibile le madri.
Pochi giorni dopo la festa di primavera dello stesso anno, tutto il gruppo si recò nel Regno di nessuno per cominciare ad abituare i bambini a respirare l'aria fuori dal Regno dei Cento boschi. Sul piano dimensionale abitato dagli uomini, infatti, l'atmosfera era ben diversa da quella di Piccolo bosco delle ninfe, ma bisognava abituarsi fin da subito, perché spesso le missioni si svolgevano lì.
Falco d'argento e la sua squadra chiacchieravano tranquillamente all'ombra della scogliera, poco distante da Gazzella e le altre che giocavano fra loro sul bagnasciuga, mandandosi piccoli schizzi d'acqua.
- Certo che dopo tanto tempo, fa uno strano effetto tornare qui, non trovate? - Osservò Dragoon. - Anche l'aria sembra più pesante. -
- Già, ha quasi un effetto di stordimento. - Golden eagle si stiracchiò pigramente.
La conversazione non durò a lungo: Falco d'argento si girò di scatto, percependo qualcosa alle sue spalle. In quello stesso istante si sentì un boato sordo e una scarica energetica potentissima si abbatté sulle donne e i bambini. Gazzella evocò appena in tempo uno scudo di roccia per riparare tutto il piccolo gruppo, così che nessuno si fece male. La polvere sollevata dall'urto non si era ancora diradata, ma le quattro donne erano già pronte a combattere. Una sentinella di Bosco oscuro si scagliò violentemente su di loro, ma non fece in tempo a colpire, perché Falco d'argento gli piombò addosso come una furia, scaraventandolo al suolo. Altre tre sentinelle del centesimo piano dimensionale giunsero sul luogo dello scontro in suo aiuto.
- Bene, bene, bene, chi abbiamo qui? Leopardo, Rinoceronte, Astore e Ghepardo. Quale onore! - La voce di Falco d'argento echeggiò nell'aria ancora satura di polvere. I quattro intrusi, vedendolo, non credettero ai loro occhi.
- Falco d'argento! Sei ancora vivo! -
- Spero di non averti deluso troppo Leopardo. Ti sei impegnato parecchio per eliminarmi, eppure ti è andata male! - Assunse la posizione d'attacco, senza mai smuovere lo sguardo dagli interlocutori.  - Avete l'occasione di rimediare, non siete contenti? C'è un solo, piccolissimo problema: - un ghigno si allungò sul suo volto, mentre gli occhi sfilati passavano da un contendente all'altro e dal suo corpo si espandeva una luminosissima luce azzurra - stavolta sono in piena forma! -
Fu il tempo di un lampo! Un'ondata enorme si abbatté sugli aggressori e Falco d'argento e la sua squadra si scagliarono con violenza su di essi, colpendoli senza pietà. Quando l'acqua si ritirò, tre dei quattro erano accasciati al suolo, senza possibilità di rialzarsi. Leopardo, l'elementale della terra era ancora in piedi, anche se piuttosto malconcio.
- E bravo Leopardo, - Falco d'argento gli si avvicinò minaccioso - sei un ottimo scudo; meriti veramente il ruolo di Capitano della squadra Resistenza di Bosco oscuro. -
- Che intenzioni hai, traditore? - Ringhiò la sentinella.
-  Io? Non saprei; tu che intenzioni avevi nei nostri confronti quando siamo stati esiliati? - Lo sguardo del Principe di Bosco oscuro si fece crudele. Alzò il braccio, puntando la mano verso di lui. Un brivido percorse la schiena dello scudo.
- Falcorn, - la voce di Gazzella richiamò l'attenzione di Falco d'argento. - non macchiarti del loro sangue! Tu sei diverso da loro! -
Lui sospirò e abbassò il braccio; si voltò verso Gazzella e fece un cenno di consenso con la testa. Leopardo approfittò della sua distrazione per richiamare le sue energie e tentare di colpirlo alle spalle, ma fu fermato da Gazzella che parò il colpo. Falco d'argento, furioso, lo colpì, una sola volta, ma questa bastò a lasciarlo ricadere a terra totalmente inerme.
- Stolto irriconoscente! - gli stridette contro - è questo il ringraziamento per aver scelto di lasciarti andare? Sai bene che quelli come te non hanno speranze di vittoria soli contro i Falchi pellegrini; contro l'ultima famiglia di Spacca-scudi! - Lo colpì ancora una volta, ma fu placato dagli amici. - Torna a Bosco oscuro e sta lontano da noi o il nostro prossimo incontro sarà l'ultimo! -
Rinoceronte, Astore e Ghepardo si alzarono barcollanti, ma non ebbero il tempo di muovere un muscolo, che lo sguardo gelido di Falco d'argento si posò su di loro.
- Vale anche per voi! Prendete Leopardo e sparite! -
Così fecero e il Principe di Bosco oscuro li guardò correre via per tornare al bosco, consapevole del fatto che con il loro ritorno e il racconto di ciò che gli era accaduto, ben presto sarebbe ricominciata la caccia alla sua squadra.




Per le parti precedenti:

giovedì 19 maggio 2016

Non è facile fare il papà (prima parte)






Il Sole era appena sorto e la squadra di Falco d’argento era da poco tornata da una missione fallita; Golden eagle, l’elementale del fuoco, era rimasto ferito ed i suoi compagni si erano attardati per aiutarlo.
Il Generale di Bosco oscuro, per niente contento del fallimento, chiamò al suo cospetto il figlio Falco d’argento e la sua squadra; l’incontro avvenne davanti a tutti i membri del bosco.
- E allora, Falcorn, a cosa devo questa situazione imbarazzante? Credevo di averti addestrato meglio. – l’espressione spietata sul suo volto faceva intendere perfettamente il suo pensiero – ti darò una possibilità per convincermi di essere in errore! –
- Mi dispiace Signore, le assicuro che ho fatto del mio meglio per… -
- È evidente che il tuo meglio non basta! –
Noto per la sua crudeltà nei confronti di chiunque, anche verso i propri figli, il Generale non era mai stato un uomo paziente o comprensivo, per cui la sentinella si limitò a tacere, tenendo la testa bassa.
- Sono profondamente deluso dalla tua incompetenza e da quella della tua squadra! – in quell'istante il generale posò gli occhi sul compagno ferito, mentre lo sguardo si faceva sempre più cinico. - A proposito, vedo che Golden eagle è piuttosto malridotto; è stato davvero bravo a rientrare con le sue sole forze! –
Un brivido freddo percorse la schiena del gruppo. Il generale non aveva mai tollerato che si rischiasse la vita per salvare chi non era in grado di cavarsela da solo e ognuno di loro sapeva quale fosse la sua intenzione.
La voce tremante di Golden eagle si sentì appena mentre tentava di parlare.
- Non... non sono tornato senza aiuto, Signore. –
- Com’è possibile, ragazzo mio? Sapete tutti molto bene che non tollero che i miei uomini rischino la vita per aiutare chi resta indietro. Chi non è capace di proteggere la sua esistenza non ne è degno! –
Falco d’argento tentò di replicare, ma il generale lo interruppe senza dargli il tempo di terminare la frase.
- E così, non contento di aver fallito la tua missione, cosa già abbastanza grave, hai anche contravvenuto alle mie disposizioni! – si alzò in piedi ed avanzò contro il figlio, parlandogli quasi sibilando – la punizione sarà esemplare! –
Detto ciò diresse la mano verso Golden eagle pronto a colpirlo, ma, un momento prima che ciò avvenisse, Falco d’argento gli si scagliò contro e lo bloccò prendendolo alle spalle. Il padre se lo scrollò di dosso e tuonante si rivolse contro di lui.
- Come osi provare ad affrontarmi? Non resterai impunito per questo! 
Il giovane si mise in posizione di difesa, pronto a vender cara la pelle, ma quando il generale colpì, qualcosa s’interpose fra lui ed il figlio. Si sentì un grido di dolore, poi un tonfo sordo. Falco d’argento guardò il terreno davanti ai suoi piedi ed una fitta lancinante lo colpì al cuore. Gabbiano, sua moglie, si era frapposta fra lui e il colpo per salvargli la vita; si era sacrificata per lui.
Si inginocchiò e prese la donna fra le braccia, tentando disperatamente di rianimarla; la chiamò a lungo scuotendola e carezzandole il viso, prima di accettare l’idea che fosse troppo tardi.
Un’espressione di odio s’impossessò del suo volto ed il suo corpo fu completamente avvolto da un’accecante luce azzurra. Lasciò a terra il corpo esanime della moglie per lanciarsi contro il Generale. Era lì, vicinissimo, quando un colpo secco lo centrò in pieno stomaco; venne sbalzato indietro e cadde rovinosamente al suolo. Mentre tentava di rialzarsi, sentì i passi del padre che si avvicinava.
- Non vorrai incolpare me, spero. È stata lei a mettersi in mezzo! - si arrestò, si chinò e pose la mano sotto il mento del figlio, sollevandogli il viso per guardarlo negli occhi. – Non temere; la raggiungerai molto presto! –
Rimessosi in piedi, si rivolse agli abitanti del bosco parlando a gran voce.
- Falco d’argento si è macchiato del reato di alto tradimento, contravvenendo ai miei ordini e sfidandomi apertamente. Come se ciò non bastasse, lui e tutta la sua squadra hanno macchiato l’onore di Bosco oscuro fuggendo come vigliacchi dopo aver fallito la missione affidatagli. – sogghignò – potrei ucciderli solo per questo, ma trattandosi di mio figlio voglio essere clemente. – Indicò i ragazzi - A partire da questo momento, Falco d’argento, Dragoon, Golden eagle e Zephyr, sono banditi da Bosco oscuro e considerati nostri nemici! –
- Ma non doveva essere clemente, Signore? – osservò arrogantemente Zephyr.
- Sono clemente! Non vi uccido con le mie mani ed in più vi do cinque minuti di vantaggio prima di scatenarvi contro i miei uomini. Vi conviene approfittarne, prima che cambi idea! – rispose sadicamente il Generale.
Zephyr e Dragoon presero in spalla i due amici e corsero via dall'insediamento. Mentre li osservava allontanarsi, il Generale chiamò il suo secondogenito.
- Golden hawk, ascoltami bene: tuo fratello mi ha offeso profondamente e con me ha insultato l’intero bosco. Mi aspetto di vedere morto lui ed i suoi... amici entro il tramonto! 
Uno sguardo crudele si evidenziò sul volto del discendente, mentre si apprestava a obbedire agli ordini. Chiamò a sé gli uomini che riteneva più adatti allo scopo, attese il trascorrere dei cinque minuti accordati dal generale e partì all'inseguimento.
I quattro reietti continuavano a correre disperatamente, cercando di mettere quanta più distanza possibile fra loro e gli inseguitori, ma Dragoon e Zephyr erano visibilmente affaticati dal peso dei due compagni.
-      -  Lasciateci qui. Vi rallentiamo solamente e fra poco ci raggiungeranno. –
-     -  Non se ne parla nemmeno! - Le voci dei due risposero all'unisono. – Ci siamo cacciati insieme in questo guaio e insieme ne usciremo. –
Dragoon e Zephyr si fermarono per riprendere fiato e tentarono di curare almeno in parte le ferite degli altri due.
Erano giunti sopra una scogliera a picco sul mare, tentando di nascondersi in mezzo alle rocce. Falco d’argento e Golden eagle erano di nuovo in piedi, anche se piuttosto traballanti sulle proprie gambe e, tutti e quattro, si apprestarono a ripartire. Percorsero pochi metri, quando gli scogli si aprirono in una voragine sotto i loro piedi e la squadra fu colpita da una potente fiammata. Golden hawk e gli altri li avevano raggiunti!
I quattro balzarono fuori dalla spaccatura fra gli scogli, pronti a combattere fino all'ultimo respiro. Così fu.
Una seconda fiammata si abbatté contro di loro; Falco d’argento concentrò su di sé le acque del mare, creando un vortice che li avvolse proteggendoli dal fuoco. Appena questo fu spento riversò la massa liquida contro gli avversari, convertendola in migliaia di acuminatissime frecce di ghiaccio; contemporaneamente Zephyr scatenò una violenta bufera di vento che spinse i dardi gelidi con ancora più violenza contro gli antagonisti, impedendo allo stesso tempo una loro contromossa. Questi, tuttavia, vennero riparati da uno spesso scudo di roccia evocato da una sentinella della terra e passarono subito al contrattacco. Questa volta fu Golden hawk ad usare le lance di ghiaccio. Dragoon tentò di proteggere sé stesso e i suoi compagni, rendendoli difficilmente visibili tramite una intensa tempesta di sabbia, che venne potenziata nell'azione da una fitta nebbia richiamata nuovamente da Falco d’argento. Golden eagle distrusse ad una ad una tutte le armi speditegli contro dal fratello dell’amico, colpendole con lingue di fuoco provenienti dai palmi delle sue mani. Riusciti per un attimo a rompere la difesa dei contendenti, tutti e quattro colpirono all'unisono, ma vennero sorpresi alle spalle da Golden hawk che, con altre tre sentinelle era riuscito ad aggirarli mentre gli altri suoi uomini li distraevano. Tutti e quattro finirono a terra inermi; Falco d’argento si rialzò e si scagliò con veemenza contro il piccolo gruppo che li aveva sorpresi. Mentre avanzava evocò dei grossi falchi di ghiaccio che lo accerchiarono seguendolo in attacco. Non fu sufficiente, poiché l’elementale della terra Leopardo, che accompagnava Golden hawk in quella impietosa caccia, rese cedevole il terreno sotto i suoi piedi, impedendogli così di darsi lo slancio necessario a continuare la sua corsa; tentò di bilanciarsi con le ali, ma fu centrato in pieno dai colpi infuocati di un’altra sentinella, crollando nuovamente al suolo. Leopardo lo avvolse in una morsa di roccia che gli frantumò le ossa del corpo, lasciandolo ricadere inerme sugli scogli, con lo sguardo fisso ed il respiro spezzato. Non ancora soddisfatto di quello spettacolo sanguinoso, Golden hawk cominciò a colpire ripetutamente il fratello fino a fargli perdere conoscenza, poi lo sbalzò in aria trafiggendolo nella schiena e scaraventandolo in acqua. Falco d’argento, inerme, fu inghiottito dalle onde sentendosene soffocare. Mentre l’oscurità lo avvolgeva, sentì le risa fredde del padre che lo scherniva per la sua debolezza; in seguito udì una voce gridare il suo nome.
-          -   Falcorn! Falcorn! –
-    Una mano lo afferrò e lo scosse mentre la voce continuava a chiamarlo.
-         -    Falcorn! Insomma, svegliati! –
Si ridestò nel suo letto, madido di sudore ma in perfetto stato fisico. Gazzella, al suo fianco, lo osservava preoccupata. Era solo un incubo!
-         -   Falcorn, stai bene? Gridavi e ti agitavi nel sonno come un pazzo. –
Lui non rispose, rimase sdraiato nel letto con lo sguardo fisso sul soffitto e una mano portata alla fronte. Stette immobile a pensare per qualche minuto, mentre la ragazza lo fissava.
-         -   Stai bene? – chiese lei, ancora una volta con voce fioca.
Lui si voltò a guardarla. Erano passati sei mesi da quando aveva deciso di restare definitivamente a Piccolo bosco delle ninfe, il giorno in cui aveva deciso di rifarsi una vita insieme con lei.
Si mise a sedere nel letto e le accarezzò il volto, poi pose la mano sulla pancia della ragazza, che appariva ingrossata. Una nuova vita si stava sviluppando nel suo ventre e cominciava a espandersi prepotentemente, facendosi notare sul corpo della madre.
-         -         Sì, è tutto a posto. È stato solo un incubo. – Rispose dolcemente.
-       Cosa hai sognato? –
-       Il mio esilio da Bosco oscuro. Il giorno in cui mi avete portato qui. –
Sospirò profondamente. Sebbene fosse passato molto tempo, continuava ad essere perseguitato dai ricordi. Non riusciva a perdonarsi per la morte di Gabbiano, ritenendosi responsabile per quanto le era accaduto.
Si alzò ed uscì dal rifugio, lasciando sola Gazzella che continuava ansiosa a seguirlo con lo sguardo. Si fermò a fissare le stelle. Era una notte serena, non c’erano nubi nel cielo e la Luna appariva come uno spicchio luminoso. Una leggera brezza soffiava fra i fili d’erba che, smossi, andavano a solleticare i suoi piedi nudi.
Riprese a camminare, lentamente, senza una meta precisa, solo come se questo potesse farlo fuggire dai fantasmi che tormentavano la sua mente. Proseguì a lungo fra gli alberi e i cespugli, in mezzo al bosco e attraverso le radure, fino a quando non si ritrovò davanti al Lago delle fate. Lì, sei mesi prima aveva scelto di tradire sé stesso e tutto ciò a cui apparteneva. Piccolo bosco delle ninfe era nemico di Bosco oscuro; i due popoli erano in guerra da oltre ottocento anni e lui non solo aveva accettato di vivere lì, ma si era ibridato con una donna di quella stirpe, disonorando la sua gente e violentando così il ricordo e l’onore della sua defunta moglie, deceduta per proteggerlo.
Scrutò il lago in cerca di qualcosa. L’acqua era calma ma stranamente spopolata di quegli uccelli acquatici che trovavano sempre ristoro sulla sua superficie. C’erano una leggera foschia ed un silenzio quasi inquietante, la cui atmosfera spettrale era accentuata ancora di più dall’assenza di vita animale. Falco d’argento rabbrividì. Fece per tornare indietro ma, voltandosi, ebbe una visione che gli raggelò il sangue nelle vene.
-        -  Gabbiano! – Esclamò sommessamente.
La donna sorrise amabilmente.
-        -  Buona sera Falco d’argento. –
Lui la fissò con timore, chiedendosi se non stesse sognando, ma lei lo guardò con dolcezza scuotendo delicatamente il capo.
-       - No, non stai immaginando né sei impazzito. Diciamo che ho avuto un permesso speciale per venirti a trovare dal Regno degli spiriti. –
Lui non disse nulla, ma la sua espressione parlò per lui.
-      - Non devi colpevolizzarti, Falco d’argento! – Continuò. – Ciò che è accaduto non è stata una tua colpa. Fui io a scegliere di interpormi fra te e il Generale, per mia libera scelta.
-     -  Ma io ho mancato di rispetto alla tua memoria, al tuo sacrificio. – ribatté lui.
-      - Oh, quella ragazza è davvero adorabile, sai? – disse sorridendo ancora. – E’ forte e coraggiosa ma allo stesso tempo dolce. Non avresti potuto trovare di meglio nemmeno cercando mille anni. –
Lui abbassò la testa. Non appariva sollevato.
-      - Oh, insomma! – Concluse Gabbiano. – Da quando i Principi di Bosco oscuro hanno tutto questo rispetto per le loro donne? Certamente non avresti potuto fare il vedovo a vita! –
-      - Credi che abbia fatto bene? Anche se appartiene a Piccolo bosco delle Ninfe? –
Lei annuì.
-     -  Ascoltami Falco d’argento. – Si fermò un momento per essere certa di avere la sua attenzione – tutto ciò che è accaduto non può essere modificato. Non voglio che tu ti crucci per ciò che è stato, ma desidero che viva al meglio ciò che sarà. In seguito al tuo esilio hai scoperto un sentimento precluso a quasi tutti i membri di Bosco oscuro. Fa che sia una rinascita e non una sofferenza. Godi attimo per attimo di ciò che ti è stato concesso e sii pronto a combattere per difenderlo. Sii felice della tua scelta. È certamente la più giusta ed io ne sono lieta. Inoltre – Lo guardò severamente e il suo tono si fece rigoroso – hai un figlio in viaggio! Dovrà affrontare moltissime difficoltà ed avrà bisogno della tua guida per diventare forte e giusto, per cui non puoi permetterti titubanze. -
Sorrise ancora; un sorriso sereno, luminoso, che non celava alcun segno di amarezza. Appariva davvero felice come si diceva e Falco d’argento ne fu finalmente sollevato. Lei lo percepì, gli diede un bacio sulla fronte e poi svanì così come era apparsa. La nebbia si diradò e sul lago riapparvero gli uccelli acquatici. Forse lui non era arrivato sul lago per caso come pensava. Si sentì più leggero, come se si fosse liberato del peso di un macigno.
L’alba era ormai vicina; Falco d’argento respirò a pieni polmoni l’aria frizzantina dell’aurora e tornò al rifugio dove trovò ad attenderlo Gazzella, sveglia e visibilmente preoccupata. Lei gli corse incontro e lui la strinse delicatamente a sé. Annusò con cura i suoi capelli per riempire le narici del suo profumo e passo lentamente le mani lungo il suo corpo, per carpirne i lineamenti e farli suoi. Giunto sui fianchi, all’altezza del ventre, si discostò un po’ da lei e si abbassò per accostare la bocca alla pancia.
-       - Ciao pulcino. Papà è qui per proteggere te e la mamma! – Disse teneramente.
-       - E chi proteggerà te? – Chiese scherzosamente Gazzella.
-      - Non saprei. – Rispose rialzandosi e accostando il viso al suo, fino a far toccare le due fronti e i nasi - Conosci qualche buono scudo? 
Risero entrambi.
-       - Torniamo a dormire piccola. Non voglio che ti stanchi. –
Lei emise un gridolino mentre lui la sollevava per riporla a letto, ma concordò con lui sul fatto che fosse il caso di riposare ancora un po’; in fondo si erano svegliati entrambi nel cuore della notte e nessuno dei due aveva ripreso sonno.
Si svegliarono a giorno inoltrato e, sebbene avesse dormito poco, Falco d’argento si sentiva in piena forma. Guardò Gazzella, ancora sdraiata con gli occhi chiusi. Ripensò alle parole di Gabbiano e comprese che aveva ragione; ciò che provava per quella donna era un sentimento totalmente nuovo e lui era deciso a combattere per lei e per il figlio che portava in grembo. Avrebbe potuto affrontare un esercito intero e lo avrebbe fatto se fosse stato necessario; avrebbe protetto la sua famiglia ad ogni costo. Si sentì di nuovo bene, forte ed energico, convinto che nulla e nessuno avrebbe potuto fermarlo; fino a quando non giunse il momento del parto.




Per le parti precedenti:



Una storia nata da un sogno (Presentazione) - Prologo - Un falco dalle piume argentee (Prima parte) -  Un falco dalle piume argentee (seconda parte) - La sentinella (prima parte) La sentinella (seconda parte) - Come tutto ebbe inizio (prima parte) Come tutto ebbe inizio (seconda parte) - Come tutto ebbe inizio (terza parte) - Come tutto ebbe inizio (quarta parte) - Come tutto ebbe inizio (quinta parte) - Come tutto ebbe inizio (sesta parte) - Come una lepre a marzo - 

Come una lepre a marzo (seconda parte)








Gazzella accettò l'invito a ballare. Come già detto, Licaone non le dispiaceva affatto, poiché era forte e di bell'aspetto. Si erano allenati insieme in qualche occasione e lui era riuscito a metterla fortemente in difficoltà.
Notando il feeling fra i due, Tasso gioì, poiché aveva finalmente trovato qualcuno che piacesse alla sorella. Le aveva presentato Licaone diverso tempo prima e credeva non fosse riuscito ad affascinarla; si sbagliava! Si rallegrò di ciò con il cugino ed un gruppetto di amici, osservando da bordopista, vicino al punto in cui Falco d'argento se ne stava tranquillo a sorseggiare il suo sidro. Stava ben attento a notare ogni atteggiamento di consenso o diniego di Gazzella, sebbene lei sembrasse molto più predisposta al primo. Anche Dragoon, Zephyr e Golden eagle osservavano la scena con apprensione, volgendosi spesso verso l'amico in disparte, nella speranza che si decidesse a reagire in qualche modo. Lui, dal canto suo, ascoltava i rallegramenti di Tasso, ma sembrava disinteressarsi totalmente alla situazione.
Tutti si misero in allerta, poiché sembrò che i due ragazzi fossero prossimi a scambiarsi un bacio. Mancava pochissimo ormai, le labbra erano vicine, sempre di più, fino a sfiorarsi. Sembrava fatta, ma, un istante prima che le due bocche si toccassero, Falco d'argento apparve impetuosamente accanto ai due, con la testa alta e il petto rigonfio, le spalle larghe,  le braccia rigide e i pugni chiusi, lo sguardo furente e le due grandi ali spalancate sulla schiena. Agitava le ali con violenza, mostrando i muscoli e stridendo e soffiando come una bestia inferocita. Licaone fece un salto indietro e la sentinella di Bosco oscuro si piazzò fra lui e la sconvolta Gazzella, sempre più aggressivo e minaccioso. Licaone tentò di rispondere, ponendosi in posizione di attacco, ma subì senza alcuna possibilità di scampo la potente aurea dell'avversario, che possedeva anche una notevole forza chimica.
Può apparire bizzarro, ma in delle creature tanto simili agli animali, gli ormoni vengono percepiti nettamente e sono fondamentali segnali di comunicazione sia in amore che in battaglia.
Sconfitto e sottomesso ancora prima dello scontro, Licaone si allontanò con la coda fra le gambe, lasciando spazio a Falco d'argento. Questo si voltò verso Gazzella che, riavutasi dallo shock, gli assestò un forte schiaffo e si allontanò furiosa.
Tasso, ancora più rabbioso della sorella ed intenzionato ad attaccare il Principe di Bosco oscuro, fu trattenuto dal padre. Gridò contro Falco d'argento con tutto il fiato che aveva in corpo, diventando paonazzo in viso. 
Che accidenti ti è saltato in mente? Perché ti sei intromesso, dannazione?! -
Fu Thiriïm a rispondere al figlio, tentando di farlo tornare in sé.
Non è evidente Tasso? La gelosia ha prevalso su di lui, portandolo a separare Licaone e Gazzella. Vista la reazione avuta dal nostro amico, credo che sia un bene che lo abbia fatto, in fondo. -
- Gelosia? Deve stare lontano da Gazzella! La gelosia non è un sentimento che quel verme può permettersi! - Si rivolse di nuovo a Falco d'argento, con gli occhi iniettati di sangue e i denti stretti - stai lontano da lei o ti faccio a pezzi con le mie mani! -
Thiriïm intervenne di  nuovo, colpendo il figlio sulla nuca e rivolgendosi a lui con tono duro.
Basta così Tasso! Tua sorella è abbastanza grande da prendere da sola le sue decisioni. Se il Principe di Bosco oscuro sarà in grado di conquistarla, non starà a te impedirgli di farlo. -
Zephyr colse la palla al balzo e si rivolse all'amico per incoraggiarlo ancora una volta, stavolta con un'espressione quasi supplicante.
Certo, non sapremo mai se sei in grado, se non ci provi nemmeno. -
È solo un'informazione, - Intervennero Golden eagle e Dragoon - non vogliamo dirti  di fare assolutamente niente con questo, però, se ti dovesse interessare, si è diretta verso il lago delle fate. -
Non volete dirmi di fare niente? Che strano, eppure ho avuto la sensazione opposta! - Ribatté ironicamente Falco d'argento. Si voltò nella direzione presa da Gazzella, fece un respiro profondo per darsi coraggio, e si incamminò.
Attraversò il bosco, seguendo il sentiero; a destra e a sinistra aveva alberi e cespugli che si preparavano alla fioritura primaverile. Si fermò sentendo un fruscio: voltandosi a guardare, incrociò lo sguardo vivace di una volpe intenta ad andare a caccia. L'area era illuminata appena; la luce della Luna  piena filtrava solo in alcuni punti attraverso le fitte chiome arboree; l'unica altra fonte luminosa era l'aurea celestina della sentinella, che in quello stato di tensione appariva piuttosto fioca.
Continuò a camminare e giunse in una grande area aperta e pianeggiante, resa irregolare solo dai cespugli e da qualche arbusto solitario. Qui, l'astro celeste illuminava chiaramente il terreno ed i suoi abitanti. Si sentivano forti schiocchi echeggiare nell'area; due lepri maschio in amore stavano lottando fra loro, per conquistare l'attenzione di una femmina. Scambiandosi colpi di zampe, saltando da una parte all'altra e con morsi violenti, i poveretti si contendevano la possibile partner, che dal canto suo se ne restava altezzosa ad attendere la fine dello scontro ed il vincitore. Falco d'argento vide un grosso gufo osservare la scena dall'alto di un albero al limite della radura e, immaginando come sarebbe andata a finire la nottata per almeno uno dei contendenti,  riprese a camminare, dicendosi che, in fondo, le donne non portano mai nulla di buono e che è meglio evitarle per non mettersi nei guai. Rise di sé stesso, rimproverandosi per ciò che si stava recando a fare. - Farai la fine di quella lepre, caro mio! Abbasserai la guardia e...zack! Fra gli artigli del predatore! - No, non sarebbe finito in quel modo o, se anche lo avesse fatto, ne sarebbe valsa la pena.
Finalmente giunse ad un grande specchio d'acqua circondato dal bosco: il Lago delle Fate, dove sperava di incontrare Gazzella. La trovò seduta sulla riva, in mezzo ad un prato fiorito e profumato. Sulla superficie del lago fluttuavano meravigliose ninfee, con i loro fiori colorati, e migliaia di uccelli acquatici dormivano cullati dalla dolce corrente. Fenicotteri rosa, germani reali, cigni, alzavole e tantissimi altri popolavano il bacino d'acqua, sopra al quale volavano centinaia di piccole lucciole.
Gazzella li osservava tristemente; aveva l'aria delusa e arrabbiata; per la prima volta in vita sua si era lasciata coinvolgere da un uomo, tanto da accettare il suo corteggiamento, e quello sciocco aveva rovinato tutto. 
Falco d'argento si fermò ad osservarla da lontano, senza avere il coraggio di proseguire. Non poté fare a meno di pensare che forse aveva sbagliato, avrebbe dovuto lasciarla andare. Pensò di nuovo alla moglie e al figlio,  chiedendosi se fosse giusto ciò che voleva fare. Mentre si affliggeva con i sensi di colpa, senza sapere come agire, un gabbiano si sollevò dal lago, volò intorno a Gazzella un paio di volte, poi si diresse verso Falco d'argento e si posò ai suoi piedi, osservandolo. L'animale lo fissava intensamente, come se volesse dirgli qualcosa; si sollevò nuovamente e girò intorno a lui, continuò il volo volteggiando su di lei, e ritornò poi a guardarlo. 
Ho capito. Grazie! - Disse dolcemente il Principe di Bosco oscuro, carezzandolo sulla testa.
Prese coraggio ed andò a sedersi accanto a Gazzella, ma fu scacciato in malo modo dalla ragazza, ferita e confusa dal gesto fatto contro Licaone. Falco d'argento si allontanò nuovamente ed attese un po' prima di tentare di parlarle, pensando a lungo a cosa dirle. Aveva il respiro affannato e le mani sudate. Si sentiva accaldato e nervoso e non sapeva come comportarsi. Posò le mani sul viso e poi, lentamente, le fece scorrere in alto fino ad attraversare i capelli argentei. Di scatto, come se avesse avuto un'intuizione, incrociò le mani dorso contro palmo, le portò alla bocca e vi soffiò dentro; accompagnò il soffio scostando lentamente in avanti le mani e le braccia, con un movimento dolce e fluido. L'aria che aveva espirato si condensò formando centinaia di goccioline che proseguirono fluttuando nella direzione indicata dagli arti. Quando giunsero vicino a Gazzella, il Principe di Bosco oscuro tracciò con le dita delle figure nell'aria; ogni gocciolina ghiacciò assumendo la forma di una rosa e, come neve,  ricadde delicatamente sulla ragazza. Lei si guardò intorno, osservando quegli strani fiocchi. Il Principe di Bosco oscuro schioccò le dita e le roselline si mutarono in candide farfalle, che volarono delicate intorno a Gazzella;  una si andò a posare sui capelli della ragazza, facendola sorridere. Lei accostò i palmi delle mani, formando una piccola coppa, ed un'altra farfalla vi si posò dentro. Falco d'argento la osservava incantato, anche lui sorridente poiché era riuscito a farla rasserenare. Le si avvicinò lentamente e lei lo guardò, senza scostare le mani dove si era posata la piccola creatura di neve.
Sei proprio un bel tipo, lo sai? Prima scacci Licaone in quel modo, rovinandomi la festa, e poi ti giostri con i giochi d'acqua! - aveva l'espressione imbronciata, ma non sembrava più arrabbiata. Lui le si sedette accanto ed una farfalla gli si posò sul naso; lei rise. Lui scostò con la mano la creaturina e le rispose. 
Stavi per baciarlo ed io non potevo permetterlo. -
- Perché no? - lo interrogò Gazzella con aria curiosa.
Lui divenne improvvisamente paonazzo, senza sapere cosa dire. Le pose delicatamente la mano sotto il mento per sollevare leggermente il viso verso di sé e si accostò a lei.
Per questo... - La baciò con dolcezza sulla bocca, prendendola alla sprovvista. Lei rimase senza parole, piacevolmente imbarazzata. Non si sarebbe mai aspettata una cosa simile da lui. Falco d'argento le si avvicinò ancora e lei si allontanò d'istinto.
Che vuoi fare? - Gli chiese allarmata.
Nulla di spiacevole. Solo abbracciarti... - Rispose sotto voce, ponendole un braccio intorno alle spalle per cingerla a lui. Lei era tesa e nervosa; non sapeva cosa aspettarsi. Il Principe di Bosco oscuro le accarezzò il viso, sussurrandole di non avere paura, poiché non aveva cattive intenzioni; lei si tranquillizzò e posò la sua testa sulla spalla di lui. Per la prima volta in vita sua, si sentiva davvero al sicuro. Si rilassò ancora e si accostò di più al corpo di Falco d'argento. Rimasero così a lungo, osservando il lago e le costellazioni nel cielo, abbracciati tutta la notte.
La mattina successiva, si diressero insieme nella radura grande per fare colazione; non ebbero nemmeno il tempo di arrivare, che Tasso si scagliò come una furia addosso a Falco d'argento. Lui si scanso all'ultimo secondo, afferrando Tasso dal braccio e ponendogli in leva la spalla, mentre con un calcio ben assestato sulle gambe e l'altra mano sul dorso,  lo bloccava a terra.
Mi deludi, Tasso! Una Guardia Reale dovrebbe sapere che non si attacca mai in preda alla rabbia. Ti annebbia vista e riflessi e questi sono i risultati. -
Gazzella gli intimò di lasciare andare il fratello, ma lui lo fermò con decisione ancora maggiore.
Scusa piccola, ma ho la sensazione che, se non stabiliamo subito chi dei due è il più forte, non ci sarà pace. Appena Tasso si sottometterà, io lo lascerò andare! -
Puoi scordartela la mia sottomissione, brutto pervertito! - Gli ringhiò contro il ragazzo.
Come preferisci; la spalla è la tua... - aumentò la tensione a cui sottoponeva l'articolazione, mentre l'avversario stringeva i denti per sopportare il dolore. - Inoltre, non capisco perché tu mi dia del pervertito. Non ho fatto assolutamente niente di male. - continuò lui. 
Ne sono certo, come no! - rispose sardonicamente la guardia reale. 
Falco d'argento schiacciò a terra Tasso che tentava di divincolarsi, forzando sempre di più la sua spalla che sembrava dovesse cedere da un momento all'altro. Tasso chiuse gli occhi ed emise un gemito di dolore, ma non si arrese. 
Non oserai arrivare fino in fondo? - Gridò Germano appena giunto sul posto, vedendo il cugino a terra ed il Principe di Bosco oscuro che infieriva impietosamente.
Spero non sia quello che crede tuo cugino, Germano. Non ci metto niente a disarticolargli la spalla, né farlo mi crea  alcun disagio! - Si rivolse di nuovo al ragazzo immobilizzato a Terra - per il tuo bene, Tasso, rilassa i muscoli e sottomettiti. Non te lo ripeterò un'altra volta! -
I presenti si erano radunati intorno a loro, alcuni intimando a Falco d'argento di mollare la presa, altri gridando a Tasso di arrendersi.
Improvvisamente tutti ammutolirono: Thiriïm si era avvicinato. Con freddezza ed autorità si rivolse al figlio, bloccato a terra dal Principe di Bosco oscuro, ma deciso a non gettare la spugna.
Arrenditi Tasso! -
Il ragazzo spalancò gli occhi, riconoscendo la voce dell'Anziano.
Ma padre... -
- Ti avevo detto di non immischiarti! - Lo interruppe - Ora pagherai le conseguenze del tuo gesto. Sottomettiti a lui! -
Senza ulteriori obiezioni, Tasso rilassò i muscoli del corpo, smettendo di lottare. Successivamente distese il collo, mostrando la gola all'avversario. Falco d'argento, soddisfatto della resa, lo lasciò andare e gli porse la mano per aiutarlo a sollevarsi. Tasso non la afferrò, ma si rimise in piedi con le sue sole forze.
Hai commesso un errore molto grave attaccandomi in quel modo, Tasso. Hai agito d'istinto e ti sei messo in trappola da solo. - Falco d'argento tirò indietro con la mano destra i capelli spettinati, scrutando con disappunto il ragazzo. - Non è facile prendermi alla sprovvista! Non abbasso mai la guardia, nemmeno quando dormo. -
Tasso lo guardò con rabbia, senza dire nulla. Si voltò e fece per andarsene, ma Falco d'argento lo afferrò per la spalla.
Non devi temere per lei. Ti giuro sul mio onore che ne avrò cura come e più di te! -
Tasso si voltò di nuovo, fissò ancora i suoi occhi in quelli dell'interlocutore e gli parlò lentamente, con tono minaccioso. - Infrangi questo giuramento, Principe di Bosco oscuro, e te la farò pagare!  Non importa quanto ci vorrà, né se mi costerà la vita, ma non mi darò pace fino a quando non ci sarò riuscito! -
Falco d'argento non rispose, si limitò ad annuire e lasciarlo andare. 
Gazzella, inseguì il fratello per parlargli e calmarlo, dispiaciuta della sua sconfitta ma sollevata per la resa.
Falco d'argento si rivolse a Thiriïm, inchinandosi in segno di rispetto. 
- Mi dispiace molto che sia andata così, Signore. Non avrei mai voluto scontrarmi con suo figlio, tanto più che tentava solamente di proteggere la sorella. -
Sei un uomo corretto, Falco d'argento, Principe di Bosco oscuro. Altri avrebbero infierito su di lui.  -
Sarebbe stato da vigliacchi! Tasso era immobilizzato e si è arreso. Non c'era motivo di andare oltre. Tuttavia, se non si fosse sottomesso lo avrei fatto. -
- Mi auguro che userai la stessa correttezza con mia figlia. Non so perché abbia ceduto al tuo corteggiamento, ma spero che non sia stato un errore. -
Non lo è stato! - disse semplicemente Falco d'argento.
Può darsi, tuttavia vorrei conoscere le tue intenzioni in merito. Gli uomini di Bosco oscuro pretendono dalle loro donne una sottomissione che Gazzella non è in grado di dare. -
Lo so bene, Signore! Gazzella ha un carattere molto forte. È per questo che io... ecco, vede... Gazzella... io la... insomma... - Alzò lo sguardo verso Thiriïm; i suoi occhi brillavano pensando alla ragazza, ma il viso era paonazzo e lui evidentemente in difficoltà nel continuare la frase. L'Anziano gli fece cenno di tacere, con l'espressione serena e gli occhi di chi non necessita di sapere altro, poiché conosce già tutte le risposte. 
Non hai bisogno di continuare, Principe di Bosco oscuro. Ho capito perfettamente! - Si voltò, si incamminò verso la moglie che lo attendeva per la colazione, ma si fermò di scatto. Sorrise maliziosamente e, girando la testa per guardare con la coda dell'occhio Falco d'argento, gli rivolse ancora la parola. 
Quel sentimento che provi... si chiama "amore"! -
Falco d'argento avvampò nuovamente. Il viso, già paonazzo, divenne ancora più rosso, quasi fumante, dalla punta del naso fino a quella delle orecchie. 







Come una lepre a marzo (prima parte)








Erano ormai passati cinque anni dall'arrivo dei membri di Bosco oscuro a Piccolo bosco delle Ninfe; di lì a poco si sarebbe celebrata la grande festa di Primavera, con la quale si dava il benvenuto alla stagione. Dragoon, Zephyr e Golden eagle avevano da tempo abbandonato la timidezza e si erano fatti avanti con Puma, Horse e Colomba, facendosi impartire da Tasso qualche lezione su come corteggiare le donne di quel bosco. Non fu certo facile, poiché gli uomini di Piccolo bosco delle ninfe si sfidavano con canti e danze, in cui mettevano ben in mostra il loro fisico, la forza, l'agilità e le abilità di ognuno; dalla loro parte, le tre sentinelle avevano solo un bel fisico ed una notevole forza fisica e "chimica". Furono molto impacciati, ma le ragazze ne erano attratte e  non facevano caso alla loro goffaggine. L'unico che non voleva in alcun modo lasciarsi andare, era Falco d'argento. Osservava con disappunto gli amici che si lanciavano nelle danze insieme alle ragazze, sebbene dai suoi occhi trapelasse una certa invidia per gli altri tre.
Molte donne gli si erano avvicinate, attirate  dalla sua forza,  il fisico prestante, gli occhi blu come l'acqua dell'oceano ed i capelli argentei; la lucentezza della pietra blu che splendeva nel centro della sua fronte, mescolata alla sicurezza che mostrava, erano quasi ipnotiche per le donne di Piccolo bosco delle Ninfe. Lui, tuttavia, non sembrava badarci; l'unica che riusciva ad attirare la sua attenzione era Gazzella. Quella sera non fu diverso ed egli fu letteralmente rapito dalla bellezza della ragazza che, al posto della solita divisa, indossava un bel vestito di cotone marrone e verde, con il corpetto stretto sulla schiena da lunghi laccetti e la gonna lunga e morbida. Non era abituato a vederla vestita in maniera così femminile. Quella sera aveva lasciato i capelli sciolti; solo le ciocche davanti erano tirate indietro con un piccolo fermaglio. Lui la fissava estasiato, senza rendersi conto di quanto ciò fosse evidente. Lei, sentendosi osservata in quel modo, arrossì violentemente, voltandogli le spalle e recandosi al cospetto del padre e della madre, rientrata da Bosco diamante per la festa.
Dragoon, Zephyr e Golden eagle si avvicinarono a Falco d'argento, approfittando dell'allontanarsi delle tre ragazze, andate a salutare l'amica.
Lo sai Falcorn, - disse Zephyr - pare che stasera Licaone sia intenzionato ad invitare a ballare Gazzella. -
- Non vedo perché la cosa dovrebbe interessarmi. - Rispose Falco d'argento, che nel frattempo era tornato in sé.
Perché sembra che Gazzella non sia del tutto insensibile alle sue attenzioni - continuò Zephyr insistentemente - e se non ti fai avanti stasera rischi di non avere più l'occasione per farlo. -
Il caposquadra non rispose, si limitò a lanciare un'occhiata torva all'amico, che comprese immediatamente l'invito a tacere. Deluso da questo suo atteggiamento, Zephyr fece segno a Golden eagle e Dragoon di seguirlo e si allontanò lasciandolo solo.
Farsi avanti? Lui? Come poteva una simile idea attraversare anche solo per un momento la mente di Zephyr. Non si sarebbe mai umiliato corteggiando una donna; lasciando a lei la scelta, poi. Se l'avesse respinto  che figura avrebbe fatto? Non ci teneva affatto a far la figura dell'allocco piroettando come una ballerina. Questa era l'idea che aveva di quello strano tipo di corteggiamento, sebbene le movenze degli uomini apparissero tutt'altro che femminili. 
La musica risuonava nell'aria e le sentinelle, dopo una breve sosta, ricominciarono a danzare al ritmo di flauti, liuti, viole, lire e ciaramelle. Falco d'argento si limitava ad osservare da un angolo, sorseggiando dell'ottimo sidro prodotto da Dog. Si lasciò scappare una breve risata notando Dragoon inciampare nei suoi stessi piedi, mentre tentava di tenere il tempo; l'amico, tuttavia, non sembrava minimamente preoccupato dell'incidente e, fermatosi un attimo per ritrovare il ritmo giusto, afferrò delicatamente le mani di Colomba per ricominciare la danza. Falco d'argento scosse la testa divertito e si versò un nuovo bicchiere di sidro; il sorriso provocatogli dalla goffaggine di Dragoon, tuttavia, era destinato a scomparire in fretta. Fu quando Licaone invitò Gazzella a ballare che il suo sguardo si fece serio: la ragazza accettò di buon grado, poiché, come preannunciato da Zephyr, sembrava che l'uomo le piacesse. Era membro di una Squadra Speciale, quella di Sfondamento per la precisione; di conseguenza era un'ariete di un certo livello, forte e di bell'aspetto...



Aspetta un attimo, aspetta! - Valery interruppe il racconto di Hawk. - Cosa sono le squadre speciali? Le ha nominate anche il tuo amico prima. -
Dei gruppi specializzati in un'abilità o un tipo di combattimento - Le rispose Dylan, precedendo Hawk - ne esistono sei: Velocità, Furtività, Sfondamento, Resistenza, Spirito e Ombra o Oscura. Delle prime quattro ne è presente una in ogni bosco, mentre le ultime due si trovano solo a Bosco Diamante. Per entrare a farne parte bisogna essere il meglio del meglio. -
- E cos'è un'ariete? - continuò ancora la ragazza.
Dylan si passò le mani nei capelli stiracchiando contemporaneamente la schiena, si girò a guardare Alan e gli chiese di portare una bottiglia di sidro ed una di succo di mirtilli. Versò un bicchiere del primo per lui ed offrì il secondo ai ragazzi. Bevve, si asciugò la bocca con il dorso della mano e dondolò un po' sulla sedia pensando alla risposta; infine si decise.
- Come ti dicevo poc'anzi, le Squadre Speciali sono suddivise in base ad un'abilità; io, per esempio, sono il Capitano della squadra velocità, in quanto sono molto più rapido del normale. Per questa capacità io ed i miei uomini veniamo definiti "saette". Il padre della pulce qui presente - lanciò uno sguardo scherzoso al giovane Hawk - è il capitano della squadra Resistenza. Come puoi intuire, questo vuol dire che è molto più che abile nell'incassare i colpi, per questo lui e quelli come lui vengono chiamati "scudi". Discorso sovrapponibile per gli "arieti", che sono maestri nell'offesa più che nella difesa e di cui i migliori sono raggruppati nella squadra Sfondamento; il tutto vale anche per gli "invisibili", della squadra Furtività. Ognuna di queste figure lavora in forte sinergia con le altre, per completarsi. Esistono anche delle sentinelle "Jolly", che hanno capacità intermedie. -
Quindi anche tu sei una sentinella? -
Certo, tutti quelli che sono qui dentro lo sono;  tu sei l'unica eccezione. Io, poi, sono uno dei protagonisti di questa storia ed è anche merito mio se la pulce esiste. -  Dylan assestò una forte pacca sulla spalla alla giovane sentinella, che si sbilanciò in avanti, quasi cadendo dalla sedia.
- "La pulce" continua a chiamarsi Dehijiesmar o, al massimo, Peregrin Hawk, zio Zephyr! - ribatté contrariato il ragazzo.
Valery rise, guardando il suo nuovo amico imbronciato e con i capelli arruffati. E così, quell'uomo che lo prendeva in giro era Zephyr. Chissà quanti anni erano passati dall'epoca del racconto. Si ricordò delle squadre speciali e cercò di fargli continuare il discorso.
- E le sentinelle delle squadre Spirito e Ombra? -
Con i ragazzi della squadra Oscura è meglio non scherzare troppo, non hanno molto senso dell'umorismo, mentre la squadra Spirito è costituita da curatori, i più potenti sulla piazza - Si voltò nuovamente verso Alan facendogli un occhiolino - manca solo il nostro Dog! -
Il curatore fece un inchino, poi rispose - Ti ringrazio, ma non sono così bravo. In compenso, se ci fosse la squadra "Ruffianeria", tu saresti il primo candidato. - Ricambiò l'occhiolino ed entrambi risero. Quando smisero, il curatore guardò Hawk, rendendosi conto di un dettaglio che aveva trascurato.
Hey Hawk, si può sapere perché non ti sei ancora mimetizzato? Ti immagini se entrasse qualche umano e ti vedesse in quel modo? -
Il ragazzo si guardò le mani ed i vestiti, arrossì e poi fece un cenno di consenso ad Alan. Pose la mano su una piccola piuma, che portava legata al collo da un laccetto appesantito da alcune pietruzze colorate, e si concentrò.
Piuma di falco! - Esclamò all'improvviso. Un vortice d'acqua lo avvolse interamente; le ali sparirono, i capelli mutarono da argentei a biondi e gli occhi assunsero un bel colore verde. Sul viso, improvvisamente più colorito, venne a posarsi un paio di occhiali da vista, mentre gli abiti stracciati scomparvero per fare posto ad una divisa scolastica in perfetto stato. Anche la pietra blu incastonata sulla fronte era sparita.
Valery strabuzzò gli occhi incredula, mentre un ragazzo dall'aspetto normalissimo si sedeva sulla sedia dove, un attimo prima, si trovava appollaiata una strana creatura mezza uomo e mezza falco.
- Cos’è successo? - domandò, cominciando a credere di essere completamente impazzita.
Niente di grave. - Rispose il ragazzo sorridendo. - Ho semplicemente mutato il mio aspetto per mimetizzarmi in mezzo agli umani. -
Da falco pellegrino a sentinella e da questa ad umano.... non trasformarti un'altra volta o quando uscirò di qui finirò direttamente al manicomio! - strillò lei, in preda all'esasperazione.
Lui si mise a ridere divertito e la rassicurò. - Tranquilla, non ho altre forme; sono solo queste tre. Ora puoi chiamarmi Michael, se ti fa piacere. -
In quel momento entrò nel bar un ragazzo piuttosto grosso, dall'aspetto muscoloso e minaccioso. Era pallido, con gli occhi ed i capelli nero corvino, una giacca di cuoio nero sopra ad una maglietta dello stesso colore ed un laccetto di cuoio nero per ogni polso. Anche i pantaloni erano scuri ed alla cinta erano legati diversi foderi contenenti coltelli e pugnali di diverso tipo. In una, addirittura, vi era quella che sembrava una piccola balestra. I piedi calzavano dei grossi stivali scuri.
Fece un cenno di saluto e si diresse verso il bancone, mentre Valery lo osservava intimorita.
Ehilà Bobby! Stavamo giusto parlando della squadra oscura. - Dylan lo salutò allegramente. Il ragazzo accennò un sorriso, ma non fu molto gioviale.
- Giornata storta? Stavamo raccontando a questa deliziosa fanciulla la storia della famiglia di uno dei tuoi Capitani, ti unisci a noi? - Si rivolse a Valery - Quel ragazzo è il vicecapitano della squadra Resistenza ed un membro della squadra Ombra. È una sentinella oscura che è stata purificata, ma anche un grande scudo. Praticamente è imbattibile! -
Valery era sempre più perplessa. - Che significa che è una sentinella oscura purificata? -
Le sentinelle oscure sono sentinelle che, in seguito a degli eventi spiacevoli e grandi sofferenze, hanno perso la loro luce e sono passate dalla parte dei Distruttori, gli esseri più sanguinari e spietati di tutto il Regno dei Cento boschi.  - Rispose una voce tetra dietro di lei. La ragazza avvertì dei brividi di terrore scorrerle lungo la schiena, mentre la voce proseguiva. - Questi guerrieri oscuri sono dei predatori a tutti gli effetti, per questo motivo noi li chiamiamo "Cacciatori". Vivono in un luogo tenebroso dal quale possono allontanarsi solo per brevissimi periodi; una foresta gigantesca, cresciuta su terreni intrisi del sangue delle loro vittime, dove ogni forma di vita emana negatività. Tuttavia, essi possono subire il processo inverso ed essere purificati, ma ci vogliono curatori di altissimo livello e dev'esserci ancora un barlume di luce che possa essere amplificato per riportarli indietro. -
Valery deglutì nervosamente: un sudore freddo bagnava la sua fronte ed i lineamenti del viso erano tesi. Improvvisamente aveva paura. Si girò verso il ragazzo che parlava alle sue spalle; il suo aspetto non la rassicurava affatto, sebbene Dylan le avesse detto che fosse stato purificato. Con voce tremante gli rivolse una domanda, quasi terrorizzata all'idea della risposta.
E... e se loro sono i predatori... le prede chi sono? -
Il ragazzo vestito di nero la guardò con la coda dell'occhio ed un sorrisetto sadico si allungò sul suo volto.
Credo che tu lo immagini benissimo da sola, comunque te lo dirò. - Si alzò, prese una sedia ed un bicchiere e si andò a sedere vicino al piccolo gruppo. Si versò del sidro, lo buttò giù tutto d'un fiato e si rivolse freddamente a Valery. - Le prede sono le Sentinelle! In mancanza si accontentano anche di animali ed esseri umani, ma niente li eccita come la carne ed il sangue di una sentinella. -
Posò il bicchiere, si versò dell'altro sidro e la guardò. - Tranquilla! Io non mordo più e, finché sarò qui, nessun cacciatore sarà così stupido da farsi vivo. Sanno bene che il mio "abbraccio" non perdona. -   Passò il dito sul collo nel senso della larghezza, in un gesto che non lasciava adito a dubbi.
Lei sbiancò; un secondo dopo schizzò in piedi urlando terrorizzata: un Boa costrictor le si stava avvinghiando alle caviglie.  Bobby rise di gusto e Dylan gli assestò un forte colpo sul cozzetto, sgridandolo.
Se non vuoi che tu e Scaglia usciate da qui sotto forma di borsa di pelle di serpente, ti suggerisco di richiamarlo e di smettere di spaventarla Bobby! -
Michael disse a Valery di non temere, poiché, nonostante le apparenze, Bobby non era pericoloso ed il serpente non era altri che il suo familiare, un animale guida , appartenente alla specie nominale, cui le sentinelle erano strettamente legate.
Il membro della squadra oscura bevve un altro sorso, fece arrampicare Scaglia sul suo braccio e intorno alla sua vita e chiese a che punto della storia fossero. Dylan rispose e riprese il racconto da dove lo aveva interrotto Hawk.